Il quadro ceramico dell'Eneolitico Antico in Sardegna è estremamente vario e, come per altre regioni italiane, sussistono alcune difficoltà per la definizione di un preciso quadro cronologicodelle culture che lo caratterizzano. Certamente, al di là delle differente ipotesi sulla cronologia delle diverse fasi e delle relazioni o sovrapposizioni spaziali e temporali tra esse, praticamente tutti gli studiosi distinguono i tre aspetti culturali definiti Sub-Ozieri, Filigosa e Abealzu.
Sopratutto nella Sardegna centro-meridionale è stata evidenziata la fase culturale definita Sub Ozieri, strettamente collegata alla fase precedente del Neolitico Recente, ma caratterizzata dal prevalere delle forme non decorate. La ceramica decorata presenta semplici motivi di file di punti o di linee disposte in schemi elementari, ma anche motivi dipinti in rosso o bruno su superfici gialline o rosate. Le forme più comuni sono quelle del tegamone, del tripode con corpo panciuto, dei vasi chiusi con prese, delle tazze e dei vasetti carenati, dell'olleta monoansatae del vaso a fiasco in ceramica chiara, dipinto o no.
Continua l'utilizzo dell'ossidiana e della selce ma lo strumentario litico è meno documentato che nelle precedenti fasi neolitiche. In alcuni contesti, inoltre, appaiono testimonianze di attività metallurgica.
Collegati all'attività della tessitura sono grandi pesi da telaio reniformi.
La fase culturale è nota soprattutto da contesti abitativi, anche se non mancano attestazioni in ambito funerario. In
diversi villaggi è documentata una continuità di occupazione con la fase Ozieri, mentre in altri casi i fondi di capanne sono in aree di nuova occupazione.?